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Come invecchiare bene

Se è vero che invecchiare è parte del percorso della vita e che tutti i tentativi di bloccare questo processo naturale sono falliti, (letteratura e film ne hanno parlato), sarà utile riflettere su come convienevivere questa stagione, prendendoci cura di noi stessi e cosa fare per invecchiare bene. L’età anziana, che per gli antichi è stata sinonimo di saggezza e serenità, corre il rischio di essere svalutata, inseguendo inutili modelli di efficienza e produttività, a danno del benessere personale

Bisogna resistere alla vecchiaia e combatterne gli inconvenienti a forza di cure; bisogna lottare contro di lei….ma non è sufficiente badare al corpo, bisogna ancor di più, occuparsi dell’animo e della mente”

Già Cicerone spiegava i segreti per vivere la vecchiaia nel modo migliore: con il piaceredella condivisione, dell’amicizia, del mangiare bene, del lavoro manuale, dei ricordi, con il gusto della politica.

Oggi sappiamo che si invecchia lentamente ed in modo assolutamente individuale e personale, secondo fattori ereditari,familiari e differentemente secondo il genere maschile o femminile e le condizioni culturali e sociali.Siamo soggetti alle situazioni economiche, ma anche al nostro personale progetto di vita, ai desideri e ai sogni che coltiviamo, al carattere e alle specificità che riveliamo sin dalla maturità .

Alcuni di noi infatti, invecchiano più velocemente nel fisico, altri presentano prima e con più evidenza, i segni dell’invecchiamento cerebrale. Anche se stiamo bene nel corpo, con il passare degli anni cominciamo tutti, ad avvertire un rallentamento della memoria, dell’attenzione e della concentrazione, a percepire un sovraccarico mentale, specialmente in presenza di troppi stimoli: si crea in noi disagio e preoccupazione,ma è tutto fisiologicamente normale; occorre semplicemente fare una cosa alla volta e concentrarsi su ciò che si sta facendo, senza mollare i nostri interessi.Con il tempo, alcune regioni cerebrali, in particolare quelle legate alla memoria, vanno incontro a cambiamenti fisiologici che non hanno nulla di patologico – differentemente dalle patologie degenerative (demenza, Alzheimer, Parkinson) che vanno diagnosticate ma colpiscono solo una minima parte della popolazione anziana se alcune capacità declinano, non significa che le attività cognitive dell’anziano siano ormai carenti, ma piuttosto che ora sono diverse da prima, perché è in atto un processo di cambiamento. Sappiamo che la mente troverà strategie di compenso efficaci.

Infatti, nella terza età esistono aspetti che compensano quanto viene a mancare: c’è l’esperienza, che consente di prendere decisioni anche difficili, c’è il linguaggio che non si deteriora – anzi il vocabolario si arricchisce – c’è il quoziente di intelligenza che resta stabile e il pensiero astratto non si modifica.

Le neuroscienze hanno dimostrato che ogni persona ha la capacità di continuare ad apprendere tutta la vita, per la plasticità e la ridondanza del nostro cervello e che c’è un legame diretto tra la stimolazione cerebrale indotta da un’attività intellettuale costante e l’evoluzione delle prestazioni mentali. Il cervello come il corpo, vanno allenati e tenuti in esercizio costante.

Se ci accorgiamo che tutto scorre più velocemente, o perlomeno così lo percepiamo, rallentiamo i nostri ritmi e selezioniamo gli impegni, per dare al nostro tempo un valore diverso e assaporare meglio le cose! Usiamo un’energia diversa che curi i particolari e dia attenzione ai sentimenti: troveremo un nuovo equilibrio individuale, un nuovo senso della vita.